“L’ANIMA, QUESTO DURA”, una poesia di Maria Pia Quintavalla

(l‘anima, questo dura: dire che è, che fu così, 

che fu per sé, per sempre dire) 

Sogno di quella me, di quella forza 
per sollevarla al cielo con un accento, il mio – 
avvenuto nuovo 
nel germogliare lei dalle mie mani, io
dal suo tronco 
come viticci aperti in una pianta sola
lei donna, io Demetra e lei piccola Core,
giù nell’ade nostrum 

E ancora, inizi: i giorni e i tempi nuovi 
che baciati attendono, lei aspettava,
lavava i giorni dal passato nell’acqua del futuro
e si tuffava, felice al suo fluire.

                                      Una loro punta è detta là, il  f i or i r e  in cielo 

                                      di passiflora e quercia, o di sambuco

non senza averla vista (da vicino)

così che il primo  n o i  diventi luce 
e immensità del cuore, se non già nostre, 
a mani e piedi già divise,   s i a m o   n a t e.

Il canto degli uccelli non è poi natìo, è

q u i  dentro  n o n  già  del  nostro  cielo.

Avremo bisogno di sorgenti vive,  n o i   
di racconti  dove la storia ci sistemi, 
intime e care,  abitare per noi la stessa luce.

*

È vietato riprodurre il presente testo in formato integrale o di stralci su qualsiasi tipo di supporto senza l’autorizzazione da parte dell’Autore/Autrice. La citazione è consentita e, quale riferimento bibliografico, oltre a riportare nome e cognome dell’Autore/Autrice, titolo integrale del brano, si dovrà far seguire il riferimento «Nuova Euterpe», n°01/2023 unitamente al link dove l’opera si trova.


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