
Una voce come il vento
tra il ferro, si leva
da notti insonni, ti chiama
per nome nella sua canzone
di mezza età; la segui.
Immaginandola donna la senti
posarsi sulle tue labbra,
vorresti trattenerla
in un bacio proibito,
sino al mattino.
Vorresti raccontare
di quella nebbia sugli occhi,
dei fantasmi che ti chiedono
di cantare, con la loro voce,
un altro destino.
Poi l’eco tace, sul letto disfatto
e di quel bacio resta un brivido,
immaginario, e un diario.
*
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