“BREVE FIABA DELL’ADE”, una poesia di Antonio Blunda

La vecchia donna

sgomitola dai fusi di legno.

“Le gole dei cinghiali

Si recisero a quelle degli uomini

E si fruttò di  sangue.”

(Le dita grinze si fanno inumidite)

“Una Babele macera

Su quel filo dei panni

Gli stracci della carne.”
(la sua schiena è una curva di falce)

“Poi giunse la notte

E le farfalle

 Si spensero ai bruchi.”

La sua voce

ha un odore terminale di madre.


(ai morti di Auschwitz)

*

È vietato riprodurre il presente testo in formato integrale o di stralci su qualsiasi tipo di supporto senza l’autorizzazione da parte dell’Autore/Autrice. La citazione è consentita e, quale riferimento bibliografico, oltre a riportare nome e cognome dell’Autore/Autrice, titolo integrale del brano, si dovrà far seguire il riferimento «Nuova Euterpe», n°01/2023 unitamente al link dove l’opera si trova.


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