“SEID VISIN. Sento gli sguardi schifati per la mia pelle”, una poesia di Matteo Bonsante

Dallo sgomento il sole

si è oggi arrotato.         

I suoi raggi infuocati volteggiano 

dispersi in frammenti.

Per strade raschianti, la mamma

è in cerca del figlio perduto.

Intere foreste vacillano, si scuotono.  

In pianti e lamenti.

Chi canta è l’oste che versa

il suo vino nel cavo dell’uomo sbiancato.                                             

Oscure parole fuoriescono da corvi,

da rospi e da talpe.

Gironzolano nell’odio, nel buio, 

in crepe e in grida squassate. 

 *

Il giovin Seid, raspo smembrato,

ha smesso di vivere, assorbito in

se stesso.

Rimpianto di brezze e di sogni:

percossi, pestati. Schiacciati.

*

Il sole ha ripreso a risplendere.

*

E tutto lo scempio si compie quaggiù

sotto occhi celesti, ambigui. Distratti.

Distanti. 

                  Negati.

*

È vietato riprodurre il presente testo in formato integrale o di stralci su qualsiasi tipo di supporto senza l’autorizzazione da parte dell’Autore. La citazione è consentita e, quale riferimento bibliografico, oltre a riportare nome e cognome dell’Autore, titolo integrale del brano, si dovrà far seguire il riferimento «Nuova Euterpe», n°01/2023 unitamente al link dove l’opera si trova.


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