
Dallo sgomento il sole
si è oggi arrotato.
I suoi raggi infuocati volteggiano
dispersi in frammenti.
Per strade raschianti, la mamma
è in cerca del figlio perduto.
Intere foreste vacillano, si scuotono.
In pianti e lamenti.
Chi canta è l’oste che versa
il suo vino nel cavo dell’uomo sbiancato.
Oscure parole fuoriescono da corvi,
da rospi e da talpe.
Gironzolano nell’odio, nel buio,
in crepe e in grida squassate.
*
Il giovin Seid, raspo smembrato,
ha smesso di vivere, assorbito in
se stesso.
Rimpianto di brezze e di sogni:
percossi, pestati. Schiacciati.
*
Il sole ha ripreso a risplendere.
*
E tutto lo scempio si compie quaggiù
sotto occhi celesti, ambigui. Distratti.
Distanti.
Negati.
*
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