“Simona Lo Iacono Versus Anna Maria Ortese” – Articolo di Gabriella Maggio

C’è un sottile  tessuto  che riunisce  libri e scrittori  nel sistema  della letteratura e struttura  rapporti particolari e insostituibili. Il fatto si è che ogni scrittore crea i suoi precursori e la sua opera finisce col modificare la concezione del passato, come modificherà il futuro, diceva Borges. A volte questa  relazione  tra gli scrittori  è tanto rarefatta che solo chi ha l’occhio abituato per  consuetudine alla lettura riesce a coglierla, a volte invece è esplicita, tal altra  è  una vera e propria drammatizzazione  come ne “Il mistero di Anna” di Simona Lo Iacono ed. Neri Pozza. Questo interessante romanzo della scrittrice siracusana racconta della bambina Cannavò Anna, poetica senza sapere cosa sia la poesia. Innamorata di tutte le parole, che la schiudono al mistero della felicità, che casualmente  incontra  la scrittrice Anna Maria Ortese . La storia è raccontata attraverso il diario di Anna e la corrispondenza tra R. e Anna Maria Ortese. L’occasione  dell’incontro è un concorso scolastico che offre  al vincitore  una settimana a Milano  in casa della scrittrice Anna Maria Ortese.  Cannavò Anna vince  contro le aspettative di tutti, ha 11 anni, frequenta la quinta elementare, ed è povera, si è procurata  i soldi del francobollo per spedire la lettera del concorso  facendo le pulizie in chiesa. L’incontro con la scrittrice sarà  per lei un itinerario di formazione e di riscatto.  Le scelte tematiche di Simona Lo Iacono, il suo insistere sulla responsabilità civile dello scrittore, sull’emarginazione,  sulla sua innata tensione poetica trovano eco  nell’ opera della Ortese, in particolare in, Il mare non bagna Napoli, soprattutto  nel racconto Il silenzio della ragione , e  nel romanzo L’iguana, esplicitamente  citate ed esaminate  ne “ Il mistero di Anna”, come  necessarie. Il racconto Il silenzio della ragione individua  i limiti degli scrittori napoletani,  la loro  rinuncia ad allargare lo sguardo oltre se stessi e le proprie ambizioni, pur di raggiungere il successo, e nello stesso tempo prospetta una strada diversa più dura, ma più onesta, quella percorsa con sacrificio  dalla Ortese. L’iguana, che per la scelta di una protagonista inusuale  dà alla storia un andamento quasi di favola, attesta  l’ impegno della scrittrice per la giustizia, la sua volontà di riscattare le diseguaglianze del mondo, i poveri, i dimenticati. Il romanzo segna il superamento  del realismo, a cui pure A.M.  Ortese aveva aderito, incapace di  cogliere la complessità del reale…  lo stesso creato, dice la scrittrice in un’intervista , quand’anche fosse analizzabile in tutti i suoi strati, non risulterebbe realtà, ma pura immaginazione… L’iguana Estrellita  come Anna ha  l’impacciata incoscienza delle ambizioni del mondo. Non era forse una dimensione più grande, più profonda ?Si chiede la Ortese.  In questo pensiero si riconosce Simona  Lo Iacono nella Nota dell’autrice , alla fine del libro. La piccola Anna,  personaggio d’invenzione,  è il punto di contatto tra le due scrittrici. Potremmo dire  il mezzo, lo specchio. Entrambe  vedono  riflesso nella bambina  il momento aurorale ed incontaminato della creazione artistica e  in qualche modo come dovrebbe essere uno scrittore.   Dice esplicitamente  la  Ortese  a proposito di Anna: Rivedo in lei una parte lontana di me. La  più pura. La più povera, e per questo la più ricca. Al diario di Anna s’intreccia la corrispondenza tra la Ortese e R. , una donna colta che la scrittrice ha  conosciuto casualmente a Palermo durante il soggiorno  alla pensione Aurora Svizzera . Le  lettere ricostruiscono aspetti della biografia  e dell’opera  della Ortese che rendono ancora più esplicita la sintonia Lo Iacono – Anna/ Ortese –Estrellita. L’intertestualità  non costituisce  una diminuzione della qualità della scrittura e dell’invenzione narrativa di Simona Lo Iacono, ma  piuttosto manifesta  il loro chiarirsi ed accrescersi  attraverso il  rispecchiamento in  una  scrittrice  sentita affine. Fin qui  i romanzi  della Lo Iacono hanno mostrato  attenzione partecipe ed affettuosa alla condizione dei semplici, degli  emarginati, dei diversi. Adesso ne “ Il mistero di Anna” questa condizione diventa denuncia esplicita e programma di scrittura: Più sei periferico e più devi capire , dice la Ortese. Vuoi vedere che un po’ periferica lo sono anche io? Si chiede Anna. Se ami le parole devi andare a cercarle proprio dove nascono, e anche là dove mancano, conclude la  Ortese_/Lo Iacono.

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È vietato riprodurre il presente testo in formato integrale o di stralci su qualsiasi tipo di supporto senza l’autorizzazione da parte dell’Autore/Autrice. La citazione è consentita e, quale riferimento bibliografico, oltre a riportare nome e cognome dell’Autore/Autrice, titolo integrale del brano, si dovrà far seguire il riferimento «Nuova Euterpe», n°01/2023 unitamente al link dove l’opera si trova.


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