“ALICHINO”, poesia di Lucio Zaniboni

Alichino, diavolo sì, ma non mostruoso,

nero di color che tende al bronzo,

come le ali.

Non bello, ma un ‘fico’ direbbero le ragazze

che affannate corrono al concerto

a sollevare le braccia al cantautore.

Da poco Alichino è addetto

ad attizzare le fiamme sui dannati

e con graffi a strappar loro altro dolore.

Un giorno gli appare un volto nuovo:

è Eleonora, perdutasi nel peccato

per amore.

Il cuore di Alichino ha un sobbalzo,

la mira trasognato:

capelli ramati che al baglior delle fiamme

hanno vividi riflessi,

occhi azzurri trasparenti al verde,

come il mare quando si alza in creste,

la bocca rossa a cuore ad attirare bacio…

Alichino sospira.

(l’amore non ha età luogo confine)

Braciola, caposquadra del reparto,

si accorge di questo smarrimento

e sul momento non trova altro rimedio

che confinarlo alla guardiuola.

Non vedendo l’oggetto del suo ardore,

Alichino patisce pene d’inferno per amore.

Per questo amor che l’ha redento,

potrà trovare la pietà del Redentore?

*

È vietato riprodurre il presente testo in formato integrale o di stralci su qualsiasi tipo di supporto senza l’autorizzazione da parte dell’Autore. La citazione è consentita e, quale riferimento bibliografico, oltre a riportare nome e cognome dell’Autore, titolo integrale del brano, si dovrà far seguire il riferimento «Nuova Euterpe», n°01/2023 unitamente al link dove l’opera si trova.


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