
“E’ già mattina” è un romanzo-saggio che coinvolge e intriga a mano mano che si va avanti con la lettura; narra una storia vera ed incredibile. Tratta di un presunto caso di reincarnazione che riguarda un’ava dell’autore. Il caso sconvolge l’ambiente degli intellettuali dell’epoca, gli anni della belle epoque di una Sicilia che sta per scomparire al progressivo avanzare della modernità. E’ la storia di Alessandrina, una bambina identica ad una sorellina morta che appena cresciuta manifesta ricordi di una vita precedente, quella appartenuta alla sorella, e straordinarie facoltà di sensitiva. La storia vera attraversa, passando per generazioni ed epoche diverse, la storia della Sicilia stessa. Il tema del “ritorno” sotto altre sembianze ha pieno compimento in senso metafisico e si incrocia perfettamente con la concretezza della realtà. E’ la storia di uno spirito che non muore, che ci dona una inquietante apertura e che ci conduce a pensare, in maniera diversa, all’eterno. Il romanzo oltre ad avere le caratteristiche del saggio e del romanzo storico, possiede una struttura particolare che è il risultato della varietà condotta con coerenza .L’essenza di ciò che viene narrato ovvero l’esistenza di un sottile filo che lega la realtà del mondo concretizzatosi in atto e quella intangibile che si materializza in “momenti-vite”, è racchiusa tra le pagine dell’inizio e quelle della fine. Non si tratta di una semplice struttura ad anello che comincia dal presente o che vi ritorna alla conclusione del romanzo, ma sono i piani narrativi a costituire la cifra del suo lavoro, piani che Samonà sa giocare in modo originale; è una sua caratteristica, infatti, quella di intrecciare più piani temporali per descrivere l’infinito eterno, facendo sempre riferimento alla realtà, quella in atto. Il suo andare avanti ed indietro nel tempo del racconto, il suo disinvolto e naturale passeggiare tra i livelli temporali, realizzano unità, coerenza e chiarezza narrativa. Il narrare cose intangibili risulta concreto: parla di avvenimenti, di storia di luoghi e di generazioni. Ai superficiali, alcuni fatti potrebbero apparire tutt’altro che reali, ma il tutto è reso altamente credibile. Le descrizioni di luoghi e persone sono fotografie realistiche, riprese però con una sapiente velatura , come se questa fosse l’aura di un ricordo, ma del ricordo di qualcosa che è ancora vivo ed esistente, così come le descrizioni degli stati d’animo interni ai personaggi storici, perché realmente vissuti, sono carichi di un pensare poetico che spesso comunica la pudica nostalgia dell’autore per un mondo trascorso. Belle e delicate le pagine finali, costituiscono magistralmente una scena teatrale, visibilissima, che lascia intuire quanta struggente nostalgia e forse anche dolore vi sia nella sopravvivenza, in un’altra dimensione incastonata in un luogo reale, di spiriti ancor oggi presenti a Villa Ranchibile. La lettura si lascia assaporare e ci solleva dalle obsolete considerazioni sulla polarizzazione tra mondi materiali e i mondi dell’aldilà, aprendoci ad una prospettiva diversa ed unificante di tali dimensioni esistenziali dell’anima.
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