
C’è un sottile tessuto che riunisce libri e scrittori nel sistema della letteratura e struttura rapporti particolari e insostituibili. Il fatto si è che ogni scrittore crea i suoi precursori e la sua opera finisce col modificare la concezione del passato, come modificherà il futuro, diceva Borges. A volte questa relazione tra gli scrittori è tanto rarefatta che solo chi ha l’occhio abituato per consuetudine alla lettura riesce a coglierla, a volte invece è esplicita, tal altra è una vera e propria drammatizzazione come ne “Il mistero di Anna” di Simona Lo Iacono ed. Neri Pozza. Questo interessante romanzo della scrittrice siracusana racconta della bambina Cannavò Anna, poetica senza sapere cosa sia la poesia. Innamorata di tutte le parole, che la schiudono al mistero della felicità, che casualmente incontra la scrittrice Anna Maria Ortese . La storia è raccontata attraverso il diario di Anna e la corrispondenza tra R. e Anna Maria Ortese. L’occasione dell’incontro è un concorso scolastico che offre al vincitore una settimana a Milano in casa della scrittrice Anna Maria Ortese. Cannavò Anna vince contro le aspettative di tutti, ha 11 anni, frequenta la quinta elementare, ed è povera, si è procurata i soldi del francobollo per spedire la lettera del concorso facendo le pulizie in chiesa. L’incontro con la scrittrice sarà per lei un itinerario di formazione e di riscatto. Le scelte tematiche di Simona Lo Iacono, il suo insistere sulla responsabilità civile dello scrittore, sull’emarginazione, sulla sua innata tensione poetica trovano eco nell’ opera della Ortese, in particolare in, Il mare non bagna Napoli, soprattutto nel racconto Il silenzio della ragione , e nel romanzo L’iguana, esplicitamente citate ed esaminate ne “ Il mistero di Anna”, come necessarie. Il racconto Il silenzio della ragione individua i limiti degli scrittori napoletani, la loro rinuncia ad allargare lo sguardo oltre se stessi e le proprie ambizioni, pur di raggiungere il successo, e nello stesso tempo prospetta una strada diversa più dura, ma più onesta, quella percorsa con sacrificio dalla Ortese. L’iguana, che per la scelta di una protagonista inusuale dà alla storia un andamento quasi di favola, attesta l’ impegno della scrittrice per la giustizia, la sua volontà di riscattare le diseguaglianze del mondo, i poveri, i dimenticati. Il romanzo segna il superamento del realismo, a cui pure A.M. Ortese aveva aderito, incapace di cogliere la complessità del reale… lo stesso creato, dice la scrittrice in un’intervista , quand’anche fosse analizzabile in tutti i suoi strati, non risulterebbe realtà, ma pura immaginazione… L’iguana Estrellita come Anna ha l’impacciata incoscienza delle ambizioni del mondo. Non era forse una dimensione più grande, più profonda ?Si chiede la Ortese. In questo pensiero si riconosce Simona Lo Iacono nella Nota dell’autrice , alla fine del libro. La piccola Anna, personaggio d’invenzione, è il punto di contatto tra le due scrittrici. Potremmo dire il mezzo, lo specchio. Entrambe vedono riflesso nella bambina il momento aurorale ed incontaminato della creazione artistica e in qualche modo come dovrebbe essere uno scrittore. Dice esplicitamente la Ortese a proposito di Anna: Rivedo in lei una parte lontana di me. La più pura. La più povera, e per questo la più ricca. Al diario di Anna s’intreccia la corrispondenza tra la Ortese e R. , una donna colta che la scrittrice ha conosciuto casualmente a Palermo durante il soggiorno alla pensione Aurora Svizzera . Le lettere ricostruiscono aspetti della biografia e dell’opera della Ortese che rendono ancora più esplicita la sintonia Lo Iacono – Anna/ Ortese –Estrellita. L’intertestualità non costituisce una diminuzione della qualità della scrittura e dell’invenzione narrativa di Simona Lo Iacono, ma piuttosto manifesta il loro chiarirsi ed accrescersi attraverso il rispecchiamento in una scrittrice sentita affine. Fin qui i romanzi della Lo Iacono hanno mostrato attenzione partecipe ed affettuosa alla condizione dei semplici, degli emarginati, dei diversi. Adesso ne “ Il mistero di Anna” questa condizione diventa denuncia esplicita e programma di scrittura: Più sei periferico e più devi capire , dice la Ortese. Vuoi vedere che un po’ periferica lo sono anche io? Si chiede Anna. Se ami le parole devi andare a cercarle proprio dove nascono, e anche là dove mancano, conclude la Ortese_/Lo Iacono.
*
È vietato riprodurre il presente testo in formato integrale o di stralci su qualsiasi tipo di supporto senza l’autorizzazione da parte dell’Autore/Autrice. La citazione è consentita e, quale riferimento bibliografico, oltre a riportare nome e cognome dell’Autore/Autrice, titolo integrale del brano, si dovrà far seguire il riferimento «Nuova Euterpe», n°01/2023 unitamente al link dove l’opera si trova.