
Sullo spesso ramato tappeto di foglie
che il vento aduna e nessuno raccoglie,
lento il mio passo, vellutato, incede
in un crepitio che si sente e non si vede,
ed è musica dalle autunnali melodie,
che dolci strumenti da mani non mie
mossi e suonati lungo il sentiero arcano
vanno dispiegando in modo strano.
L’una sull’altra sovrapposte e messe,
le foglie s’affollano e fanno ressa,
la gamma dei colori è variopinta
ma in tutte regna una comune tinta
che rimanda dell’estate verdeggiante
soave ricordo all’attempato viandante.
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